Scuola
Mancato rinnovo dell'accordo con l'Anpi: stop alle lezioni sulla Resistenza nelle scuole
Dietro lo stop del Ministero dell'Istruzione ci sarebbe l'intento di coinvolgere quante più associazioni partigiane possibili
Tommaso Di Pierro | 20 settembre 2023

I valori della Resistenza, e i conseguenti ideali di democrazia e libertà, non verranno, almeno per il momento, più insegnati nelle scuole italiane. Come riportato dal quotidiano Il Tempo, l'accordo con l'Anpi, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, e il ministero dell'Istruzione, in scadenza il 21/09/23, infatti, non è stato rinnovato. Per Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Anpi, il mancato rinnovo dell’accordo rappresenta un segnale politico preoccupante. "La Costituzione è al centro dei nostri approfondimenti. La mancanza di rinnovo significa minare l’educazione ai valori fondamentali del nostro Paese", dichiara a La Repubblica.

Ennesimo caso di polemica, dunque? Sembrerebbe di no, almeno secondo quanto dichiarato dal Ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: "Si rilassino i professionisti della polemica politica. I valori dell’antifascismo sono anche i miei e la Resistenza è un valore prezioso. Il Ministero è impegnato a costruire una convenzione che coinvolga tutte le associazioni partigiane, perché la Resistenza non è monopolio dell’ANPI e i valori resistenziali devono essere patrimonio di tutti. Per essere ancora più espliciti la Resistenza non l’hanno fatta solo i comunisti, ma anche i cattolici, i liberali, gli azionisti e perfino i monarchici. Dunque, ci sarà una convenzione per far conoscere l’importanza della Resistenza nelle scuole, ma con tutte le associazioni partigiane e non con una soltanto". 

L'Uds (Unione degli Studenti) ha comunque espresso il suo commento di biasimo nei confronti del Ministro: "Troviamo inaccettabile che il ministro Valditara abbia deciso, nel silenzio più totale, di non rinnovare l’accordo con Anpi per le lezioni di Resistenza e Costituzione nelle scuole. La possibilità di svolgere assemblee, lezioni, momenti di formazione sui temi della Restistenza e dell’Antifascismo viene meno. Il ministro già dai fatti di Firenze aveva dimostrato la non volontà nel prendere posizione sui temi della resistenza e dell’antifascismo, temi fondamentali e che fungono da imprescindibili pilastri per la democrazia. È chiaro come stia provando a forgiare un modello di scuola ben chiaro. Un modello di scuola che vede nell’umiliazione uno strumento educativo, un modello che vuole allontanarsi in toto dall’idea di didattica e scuola partecipativa, per andare nella direzione dell’autoritarismo e del nozionismo svuotato di ogni capacità critica necessaria per creare cittadini liberi e consapevoli. Un modello antifascista e partecipativo di scuola è un modello di scuola che educa a combattere le disuguaglianze e le oppressioni. Il 17 novembre scendiamo in piazza in tutto il paese per lottare per un’altra istruzione".

Parole di apprezzamento, invece, quelle di Cristina Olini, vice presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani: "La Resistenza non è stata fatta soltanto dai partigiani dell’Anpi, dai partigiani all’epoca comunisti, ma anche dai cattolici, dai repubblicani, dal clero - ha sottolineato all'agenzia di stampa AdnKronos - Credo che ampliare la convenzione sia un’ottima scelta in modo tale che le organizzazioni possano riunirsi in comune accordo. Fino ad ora noi Partigiani Cristiani abbiamo sempre aderito alle iniziative dell’Anpi, co-partecipando. All’inizio eravamo un po’ preoccupati, perché abbiamo pensato di non poter più parlare della nostra Resistenza, poi c’è stato un chiarimento, dove si specifica che verranno incluse tutte le associazioni partigiane e quindi ben venga. Io non credo che sia un problema di protocollo, ma di sostanza – ha aggiunto Olini. - Noi come associazione volevamo fare una convenzione con il Miur per intervenire nelle scuole, da tempo, quindi una convenzione unica e aperta a tutti è una proposta che ci soddisfa in pieno. Non abbiamo nulla contro l’Anpi ma ci teniamo a ribadire che non sono stati gli unici a portare avanti la Resistenza, quindi è giusto aprire le conoscenze anche agli altri".

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