Scuola
Scuole private in Inghilterra: una questione sociale
Solo attraverso queste scuole è possibile l'accesso alle università più prestigiose
Alessandra Testori | 4 settembre 2025

Solo circa il 7% degli studenti britannici frequenta scuole private, ma oltre la metà dei ruoli di potere nel Regno Unito è occupato da persone che hanno studiato privatamente. Questa sproporzione, aggravatasi nel corso degli anni, è alla base della riforma scolastica che il partito laburista ha lanciaro l'anno scorso. Ma gli effetti della riforma, almeno per adesso, non hanno apportato i benefici auspicati alla popolazione delle scuole pubbliche.

Come funziona il sistema scolastico britannico 

Fino allo scorso anno, le scuole private del Regno Unito godevano di particolari agevolazione fiscali dovute al loro stato di enti benefici. In origine, infatti, questi istituti erano nati come charities religiose dedicate all'educazione dei cittadini meno abbienti; ma dal medioevo all'Ottocento, le scuole avevano iniziato ad orientarsi verso le classi sociali più alte, divenendo parallelamente esercizi a pagamento. E per evitare un'esplicita associazione a un sistema elitario si sono autodefinite "independent schools". Ad oggi, gli studenti esonerati dalle tasse sono in media solo l'1% del mezzo milione totale. È evidente, quindi, che l'accesso a questi istituti sia di fatto precluso ai cittadini di classe media o bassa, considerando che le rette equivalgono circa a metà di uno stipendio medio. E studiare a una scuola privata non è solo una questione di classi poco popolate e risorse praticamente illimitate a disposizione dello studente: si tratta del percorso, unico e obbligato, che collega le secondarie alle università più prestigiose.

Le conseguenze della riforma 

Per arginare le conseguenze di questo sistema, il governo britannico ha deciso di riformarlo dal punto di vista fiscale. Da gennaio, infatti, tutte le independent schools sono state private dei benefici storici, essendo improvvisamente soggette all'IVA al 20% (dirottata sulla retta e sulle spalle delle famiglie) e al pagamento delle tasse locali sugli immobili -"business rate". Questa svolta ha generato l'esodo di circa 13 mila studenti dal settore privato a quello pubblico, e una cinquantina di istituti ha chiuso i battenti. Non solo, ma si moltiplicano le cause intentate dalle famiglie di studenti con bisogni speciali che lamentano di non poter più garantire ai figli l'educazione particolare di cui hanno bisogno: questo tipo di studenti rappresenterebbe un quinto degli iscritti totali alle scuole private, secondo l'Independent Schools Council (ISC).

Abolizione del privato

Prima della riforma, e adesso forse ancora di più, erano i molti i cittadini britannici a richiedere l'abolizione totale della scuola privata, prendendo a modello il sistema finlandese, ad oggi tra i migliori al mondo ma negli anni Settanta frammentato come quello del Regno Unito. Un sistema in cui non esistono scuole di serie A e di serie B, ma in cui ogni istituto è equamente sostenuto dalle casse dello Stato. Casse che con la riforma dovrebbero riempirsi di circa un miliardo e mezzo l'anno, cifra considerevole ma necessaria per il miglioramento del sistema scolastico statale (sempre che avvengano effettivamente investimenti in tal senso), che oltretutto sarà sempre più premuto dall'ingresso degli studenti usciti dal sistema indipendente.

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