Serie TV
Queer Eye, un reality contro l'odio
Al di là dei riscontri positivi da parte della critica, Queer Eye ha riscosso successo tra il pubblico grazie alla capacità dei Fantastici 5 di aiutare le persone non solo tramite grandi gesti, ma anche semplicemente ascoltandole
Margherita Colombo | 11 maggio 2021

Quante volte ci siamo sentiti dire che non andiamo bene? Quante volte ci siamo sentiti dire che pesiamo troppo o troppo poco oppure che siamo troppo alti o troppo bassi? Quante volte ci è stato detto che non siamo abbastanza? Quante volte noi ci siamo sentiti così? È ora di cambiare, è ora di capire che siamo tutti fantastici così come siamo. E c’è una serie tv che ci aiuta a farlo.

Netflix ci ha abituati a vedere come protagonisti giovani ragazze e ragazzi che rispecchiano pienamente i canoni di bellezza attuali e che vivono in un mondo nel quale gli ostacoli che la vita ci pone possono essere superati con facilità. Tutto ciò non è di certo un crimine, anzi. Quando parliamo di serie tv e film, infatti, la maggior parte delle volte parliamo di finzione e il che va bene, ci vuole anche quella.

Ultimamente stanno spuntando sempre più serie tv che si impegnano a rimanere il più possibile fedeli alla realtà. Alcuni produttori scelgono un cast più vario, altri decidono di rendere la trama più verosimile e altri ancora prendono come esempio fatti realmente accaduti. Tra questi nuovi programmi spicca Queer Eye.

Cambiare per accettare se stessi

Uscita all’inizio del 2018, Queer Eye è una serie tv statunitense in cui i panni dell’eroe (o dell’eroina) sono vestiti da persone comuni, persone che non hanno nulla di particolare se non il coraggio e la voglia di mettersi in gioco per migliorare sé stessi e superare i periodi più complicati della loro vista. In aiuto degli eroi arrivano i Fantastici 5 (Fab 5 in lingua originale), cinque ragazzi apertamente omossessuali che si impegnano a sostenere il protagonista della puntata durante il suo percorso. Ogni ragazzo si occupa di un aspetto diverso della vita dell’eroe, da ciò che c’è nel suo armadio a ciò che c’è nel suo cuore. Il cambio non riguarda solo l’apparenza, ma anche e soprattutto la crescita personale.

Nei diversi episodi, Tan, Jonathan, Bobby, Antoni e Karamo si ritrovano a lavorare con persone molto diverse da loro e tra loro. Il fattore comune nella maggior parte degli eroi è sempre lo stesso: la scarsa accettazione di sé stessi e di conseguenza l’insufficiente attenzione verso la propria persona. Il compito dei Fantastici 5 è quello di scardinare tutti gli stereotipi e i pregiudizi di cui la realtà è piena per aiutare il protagonista (e tutti noi) a capire che non sono questi a definirci. Le cinque stagioni di cui è attualmente composto il programma, ad eccezione dell’ultima, sono ambientate tra il profondo sud degli Stati Uniti e il Midwest, zone nelle quali le disparità tra le persone e il disprezzo verso ciò che è diverso sono più evidenti.

Ogni puntata si articola in modo simile: dopo aver fatto la conoscenza dell’eroe, i Fantastici 5 hanno poco meno di una settimana per mettere in atto un restyling totale del protagonista. Tan, esperto di moda, si occupa di scegliere insieme all’eroe dei vestiti che lo rappresentino, insegnandoli anche dei trucchetti per valorizzare il suo fisico di qualunque tipo esso sia. Jonathan pensa alla cura personale e all’acconciatura, mentre il designer Bobby ristruttura e sistema la casa della persona. Antoni si dedica invece al cibo, insegnando al protagonista nuove ricette per un’alimentazione più sana, base per uno stile di vita salutare. Un ruolo importante è ricoperto da Karamo, che si dedica alla parte psicologica del percorso. Egli, infatti, aiuta l’eroe a superare le sue paure e i pregiudizi che nel tempo lo hanno colpito, aiutandolo a recuperare l’autostima e la fiducia in sé stesso.

Una particolarità della serie è rappresentata dal fatto che i Fantastici 5 non impongono le loro preferenze o il loro pensiero al protagonista, ma cercano di integrare questi aspetti con le caratteristiche dell’eroe, rispettando sempre i gusti di quest’ultimo.

"Supereroi" omosessuali contro i pregiudizi

Vincitrice di otto Emmy Awards, Queer Eye è molto più che un semplice programma di makeover. La serie, infatti, va ben oltre al classico restyling non solo per l’aiuto psicologico fornito all’eroe, ma anche e soprattutto per le tematiche trattate all’interno di ogni episodio. Attraverso scene divertenti e momenti più toccanti, i Fantastici 5 affrontano alcuni tra i più caldi temi attuali, dal razzismo all’omofobia.

Uno degli episodi più significativi da questo punto di vista è il primo della seconda stagione, intitolato “Dio benedica Gay” dal nome della cittadina nella quale si svolge la puntata. I Fantastici 5 sono chiamati ad aiutare per la prima volta una donna, una maestra di nome Tammye. Durante il suo percorso, la signora fa conoscere ai ragazzi suo figlio e racconta che, essendo quest’ultimo omosessuale, si sono venute a creare delle incomprensioni tra madre e figlio e tra figlio e chiesa, aspetto della vita alla quale entrambi sono molto legati. Gli aneddoti dell’eroina fanno emergere tutti i pregiudizi riguardanti la comunità LGBTQ+, dalla quale lei, al contrario di molti altri, è riuscita a discostarsi. Allo stesso tempo vengono a galla anche tutti gli ostacoli che i Fantastici 5 stessi hanno dovuto superare nel corso della loro vita, dal non sentirsi accettati dalle proprie famiglie alla depressione, dai problemi con le rispettive comunità religiose al bullismo. Questo toccante episodio mette in luce tutti queste complicazioni che, sfortunatamente, continuano ad affliggere tantissime persone.

In un altro episodio, questa volta della prima stagione, viene affrontato il tema del razzismo. All’inizio della puntata assistiamo ad una scena nella quale i Fantastici 5 sono in macchina in viaggio verso la casa del protagonista. Ad un certo punto, la vettura viene fermata da un poliziotto. Karamo è al volante ed essendo di colore, a causa dei frequenti casi violenti riguardanti la polizia e le persone di colore, appare particolarmente allarmato. Anche se alla fine si rivela tutto parte di uno scherzo, la scena diventa un pretesto per parlare di razzismo e sottolineare tutte le differenze che purtroppo esistono ancora oggi tra bianchi e neri.

Di episodi così ce ne sono per cinque intere stagioni. Il fatto di riuscire ad affrontare argomenti tanto importanti con una tale agilità ha entusiasmato la critica. La rivista The Vision ha definito Queer Eye come “il programma più importante della televisione”, mentre Scott Bryan, direttore di BuzzFeed’s TV, ha definito la serie come “ciò di cui le persone hanno davvero bisogno adesso”. Anche The Guardian, Digital Spy e Vulture, solo per citarne alcuni, si sono trovati d’accordo con queste affermazioni.

Al di là dei riscontri positivi da parte della critica, Queer Eye ha riscosso successo tra il pubblico grazie alla capacità dei Fantastici 5 di aiutare le persone non solo tramite grandi gesti, ma anche semplicemente ascoltandole, un aspetto di grandissima importanza soprattutto oggi che viviamo in un mondo in cui tutti parlano, ma nessuno ascolta davvero.

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