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La caduta del calcio italiano
Analizziamo le tante ragioni per le quali la nazionale non sia riuscita a qualificarsi per due volte di fila ai Mondiali.
Simone Gargano | 3 May 2022

L'Italia nell’ambito calcistico è rinomata per essere una delle nazionali più vincenti della storia e questo è indubbio: i numeri dicono che gli “azzurri” hanno vinto 4 mondiali e 2 europei.

Questi trofei però quando si va in campo a giocare contano poco, e ce ne siamo purtroppo accorti nella penultima partita della nostra nazionale contro la Macedonia. Negli ultimi sei anni l’Italia ha cambiato tre commissari tecnici: Conte, Ventura e Mancini. Molti si ricorderanno Conte per la cavalcata a Euro2016 o Mancini per la striscia d’imbattibilità di 37 partite e l'Europeo vinto, ma queste imprese non devono eclissare un'era piuttosto oscura del nostro calcio.

Tra questi due Europei, infatti, c'è stata la mancata qualificazione al mondiale in Russia del 2018, conclusasi con la débacle degli uomini di Ventura contro la Svezia (il parziale del doppio confronto fu 1-0 per gli scandinavi, grazie ad un autogol di De Rossi). Fu un trauma per l'intera nazione, lo scandalo dell'assenza dell'Italia ai mondiali ebbe una eco internazionale e Ventura fu praticamente mandato nel dimenticatoio senza replica.

Dopo poco tempo sulla panchina azzurra arriva “il Mancio” che ci porta fino in fondo agli Europei, forte di una striscia di imbattibilità notevole (37 partite, un record mondiale che l’Argentina sta per battere). Ad Euro2020 la squadra si presenta da underdog e riesce miracolosamente a vincere il trofeo in una finale tutt’altro che scontata.

Dopo questa vittoria però si torna a perdere e ci si trova nuovamente a dover lottare per arrivare ai Mondiali. Questa volta la Macedonia non è nel nostro girone come nel 2017, ma ce la ritroviamo nello scontro diretto: è inutile ricordare come sia finita quella partita. Ça va sans dire, sono 8 anni che l’Italia non partecipa al mondiale e per una delle nazionali più premiate nella storia dello sport è veramente una vergogna.

Sono tante le ragioni per le quali la nazionale non sia riuscita a qualificarsi per due volte di fila e una di queste è senza dubbio il ricambio generazionale. Dagli europei la squadra non è praticamente cambiata, anche se abbiamo avuto belle sorprese in termini di giovani come i tre del Sassuolo (Raspadori, Scamacca, Frattesi) o come le scommesse under 21 (Udogie, Rovella, Ricci, Carnesecchi, Bellanova, ecc.) che però non riescono a trovare spazio forse per via della fama dei “grandi”, oppure perché secondo il CT non sono all’altezza.

Ma perchè i nostri giovani non sono all’altezza? Beh, negli ultimi anni la Serie A ha accolto sempre più stranieri che hanno oscurato e preso il posto dei nostri giovani, i quali molto spesso sono rilegati alla panchina o ad un prestito inutile che non li stimola o non li vede giocare. In più la Serie A non è più quella di dieci/quindici anni fa, e lo possiamo capire da come le nostre squadre si comportano in Europa.

L’ultima Champions vinta è di dodici anni fa, e se non fosse per la Juventus che è arrivata a due finali di CL avremmo solo il ricordo della Roma fermatasi in semifinale contro il Liverpool dell’ex Salah. È triste pensare che negli ultimi vent'anni le squadre italiane abbiano vinto solo tre coppe dei campioni (tutte tra il 2002 e il 2010) e nessun trofeo di Europa League.

Queste statistiche rispecchiano in parte la poca competitività del campionato e leggere questi dati ci porta a capire che nei top cinque campionati europei siamo sicuramente dietro alla Spagna e all’Inghilterra, ovvero le due squadre che abbiamo battuto agli europei ma che - a differenza nostra - giocavano con dei giovani che oggi sono titolari nei top club mondiali e che quest’anno giocheranno il mondiale in Qatar.
 

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