Quello appena passato è stato un weekend di festa ad Angera, dove sabato 6 e domenica 7 settembre si sono ritrovati, insieme a istituzioni e cittadini, i partner del progetto MELA - Musei Educativi, Ludici e Accessibili per presentare i risultati delle attività realizzate nel corso dell’anno.
Durante la conferenza stampa di sabato pomeriggio, tutti i partner (Amministrazione Comunale e Civico Museo Archeologico di Angera in testa, insieme a BePart, eArs, TracciaMinima e Laboradio) hanno restituito alla cittadina ciascuno la propria parte di lavoro all’interno del progetto sinergico di creazione di un “museo diffuso”, finanziato dal Programma regionale a valere sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2021/2027 di Regione Lombardia.
Alla base del concetto di museo diffuso è l’idea di aprire metaforicamente le porte, ma anche le pareti, le finestre e le teche del museo archeologico ed espanderlo concretamente a tutta la città, ai suoi edifici, le sue strade, e tutti i luoghi che conservino in se stessi la storia locale o ne evochino aneddoti interessanti. Un cittadino angerese, ad esempio, è stato orgoglioso di indicare il luogo in cui presumibilmente Alessandro Volta scoprì il gas metano nel 1776; sebbene non sia possibile verificare con esattezza il punto esatto, la testimonianza della presenza del chimico ad Angera segna un’importante punto di rifermento storico per la cittadina e i suoi abitanti.
“L’idea era quella di ‘congelare’ la storia di Angera tramite una ‘banca della memoria’”, ha spiegato Giacomo Baranzini, Assessore alla Cultura, “che avrebbe potuto rappresentare terreno fertile per la crescita di un senso di appartenenza. La comunità, infatti, rappresenta per noi un patrimonio prezioso su cui investire”. L’operazione di “congelamento” ha dato vita in realtà a prodotti tutt’altro che statici: la storia del borgo è stata assorbita e ha rappresentato l’elemento fondante di diverse opere artistico-culturali, tra cui giochi da tavolo, percorsi e raccolte di voci della comunità.
In particolare, durante la conferenza stampa sono stati presentati alla cittadinanza quattro giochi da tavolo, un itinerario con audioguida attivabile tramite cartelli/artworks tematici e una serie di podcast realizzati dai giovani angeresi (disponibili qui).
Giovanni Franchina di BePart, partner capofila del progetto, ha rimarcato l’importanza del concetto di “processo” nella realizzazione delle opere e l’idea di “continuità”: orizzontale, in quanto il format dell’esperienza è stato pensato anche come modello replicabile in altre località; e verticale, cioè multigenerazionale, obiettivo che è auspicabile raggiungere attraverso la gamification, ossia la trasmutazione della storia nel formato ludico.
Benché lo sguardo al turismo sia un elemento importante all’interno dell’ideazione delle diverse proposte del progetto, il nucleo dello stesso è stato indubbiamente la comunità locale. “Il progetto si è basato su una prospettiva bottom-up”, ha spiegato Michela D’Onofrio di eArs, aggiungendo che “sono state raccolte le testimonianze dei cittadini ed è stata organizzata una residenza artistica di una settimana”. A partire dal materiale raccolto è stata realizzata un’audioguida di Angera accessibile tramite il QR code posto sui pannelli artistici diffusi in giro per il borgo. “Non si tratta però della solita audioguida”, ha specificato D’Onofrio, “perché al posto della tipica voce impostata che spiega i luoghi chiave, sono gli stessi cittadini, attraverso registrazioni, a ricordare aneddoti ed eventi legati ai dieci punti di riferimento urbani”. La voce stessa della comunità accompagna così l’“itinerario partecipato” individuato da TracciaMinima “che attraversa il borgo passando per i punti più suggestivi della sua storia”, ha dichiarato Simone Foscarini, specificando che il percorso è partecipato perché “realizzato in collaborazione con i cittadini”.
La voce della parte più giovane della città, invece, è stata immortalata dai podcast a tema storico-folcloristico realizzati dai bambini attraverso la postazione radiofonica equipaggiata da Laboradio. “Abbiamo lavorato con un variegato gruppo di bambini dai cinque agli undici anni” ha raccontato Marco Zaccarelli, annunciando la decisione di voler lasciare il radiokit “a disposizione della comunità angerese” nell’ottica di una continuità collaborativa tra Comune, Museo, Laboradio e TracciaMinima, con l’auspicio che possa diventare un medium di riferimento per i giovani del paese ma non solo.