Il volontariato in Italia continua a rappresentare un presidio fondamentale di solidarietà, ma il suo futuro si gioca soprattutto nella capacità di coinvolgere le nuove generazioni. I dati Istat indicano che, pur in presenza di una lieve contrazione rispetto al passato, l’impegno resta significativo: circa 4,7 milioni di persone sono attive, pari al 9,1 % della popolazione adulta. All’interno di questo quadro, i giovani emergono come un segmento cruciale, chiamato a reinterpretare l’idea stessa di volontariato. Non si limitano a ripetere i modelli ereditati, ma cercano forme di partecipazione più flessibili, spesso legate a cause ambientali, diritti civili, inclusione e cittadinanza digitale.
Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore, ha sottolineato come la “spinta solidale” resista alle spinte individualistiche e trovi nuove strade proprio attraverso l’impegno giovanile. Se da un lato diminuisce la disponibilità a un impegno continuativo e strutturato nelle associazioni tradizionali, dall’altro cresce il numero di ragazzi e ragazze che scelgono di agire come “volontari ibridi”, alternando attività informali, eventi temporanei e mobilitazioni online all’esperienza più organizzata nelle realtà associative. Nel 2023 questi volontari ibridi hanno raggiunto il 21,7 % del totale, segno di una generazione che si muove tra linguaggi diversi e cerca modalità di partecipazione coerenti con il proprio stile di vita.
Per il Terzo settore si apre così una sfida decisiva: valorizzare l’energia e la creatività giovanile senza rinunciare alla profondità delle relazioni e alla continuità dell’impegno. Le associazioni devono riuscire a proporre percorsi capaci di conciliare autonomia e appartenenza, progettualità a lungo termine e azioni immediate. In questo senso, i giovani non sono solo destinatari da coinvolgere, ma veri protagonisti di un cambiamento culturale che rinnova il significato stesso di solidarietà.
Il volontariato diventa allora uno spazio di crescita personale e collettiva, un laboratorio dove le nuove generazioni imparano a trasformare l’indignazione in responsabilità, l’attenzione per i grandi temi globali in azioni concrete nei territori. In un tempo segnato da incertezza e frammentazione, la scelta di migliaia di ragazzi di dedicarsi agli altri indica una strada di resistenza all’individualismo e di fiducia nel futuro comune.