Cina. Una giovane reporter tra le strade della Capitale
All’ombra della grande muraglia
Per la filosofia cinese gli opposti si completano. Nulla di più vero in una città come Pechino dove tradizioni e modernità si sposano perfettamente
Martina Rogato | 2 febbraio 2012
Pechino, un connubio inusualmente armonioso di tradizione e modernità, velocità e lentezza, Oriente e Occidente, una città con intrinseche contraddizioni dove i paradossi convivono armoniosamente.
La filosofia cinese degli opposti che si completano (il meglio noto principio taoista dello ying e lo yang) è ovunque. Nel coesistere forzato di quel che rimane degli hutongs, (le tradizionali case cinesi) e gli infiniti grattacieli che sovrastano il Chaoyang Discrict, che di notte mostrano giochi di illuminazione da togliere il fiato; nella caoticità del traffico delle strade di Pechino circondate dal silenzioso parco di Beihai dove tra migliaia di fiori e piante curatissime ogni mattina i cinesi praticano il Tai chi chuan. Tappa doverosa per chi visita la Capitale cinese è Piazza Tien an men, ampia, squadrata ed in perfetto stile sovietico, facilmente riconoscibile per l’enorme dipinto di Mao Tse Tung situato davanti al Parlamento. Attraversando Tien an men, si giunge facilmente nella Città Proibita, la residenza degli imperatori delle ultime due dinastie cinesi Ming e Qing. Il complesso è costituito da una serie di palazzi e saloni, separati da piccole stradine, proprio come una città. Colpisce molto per i colori delle sue strutture - in genere rosso, blu ed oro - realizzate interamente in legno e dipinte a mano, in netto contrasto con il candore del marmo bianco delle stradine e delle statue che rappresentano animali tradizionali della cultura cinese. A Pechino tradizione e modernità convivono a distanza di qualche distretto. Dopo aver visitato il cuore dell'ex- Impero celeste, passando per il bellissimo Palazzo d’Estate e i suoi incantevoli giardini, da non perdere soprattutto per gli amanti dell’arte contemporanea è il Dashanzi Art District, conosciuto anche come 798 di Pechino, situato nella periferia a nord est della città. Originariamente era una fabbrica tedesca, ma oggi è stata colonizzata da giovani artisti ed è diventato un dinamico centro di esposizioni, show, gallerie che non ha nulla da invidiare al Tate Modern di Londra. La Capitale del Continente giallo offre agli amanti della buona cucina la possibilità di assaggiare diverse specialità regionali ad ottimo prezzo, e per i più coraggiosi e temerari, tra le vie del centro e in alcuni ristoranti è possibile assaporare inusuali spiedini di scorpioni ed insetti vari. Passeggiando vicino al Tempio di Confucio, invece, ci sono posti in cui assaggiare il tradizionale té cinese. Alcuni pechinesi infatti hanno adibito il loro cortile interno a sala da té per turisti, dove timidamente viene servito insieme a dolcetti tipici (molto lontani dalla nostra tradizione pasticcera perché non amanti dei sapori troppo dolci!); su richiesta permettono di acquistare teiere e tazze con tipiche decorazioni cinesi.
Per gli amanti dello shopping, imperdibile è fare un salto a San li tun, dove oltre alle ben note catene internazionali, e tralasciando il vastissimo mercato della contraffazione cinese sempre pieno di turisti, c’è il Mercato Panjiayuan dove è possibile acquistare seta, prodotti in cera lacca e altro artigiano tipico. Per fare acquisti in Cina la parola d’ordine è contrattare! I prezzi dei prodotti non sono mai fissi, ed in genere vengono rialzati apposta per gli stranieri: contrattare con dignità, ma tenacia un prezzo vantaggioso è tipico costume della città.
Per gli amanti dello sport, è possibile ammirare le strutture realizzate in occasione dei Giochi Olimpici del 2008 ed in particolare il bellissimo Stadio a “nido di rondine”, ma anche effettuare degli Olympic Bike Tours, escursioni della città su due ruote passando per i quartieri antichi e gli hutongs di Dongcheng.
Infine, come dice un antico proverbio cinese “nessun eroe può definirsi tale se non raggiunge la Grande Muraglia”, ciò vuol dire che non è proprio pensabile passare da Pechino senza dedicare una giornata alla visita di una delle sette meraviglie del mondo, che con i suoi 6500 chilometri si snoda da Oriente fino all’interna provincia del Gansu. Muniti di scarpe da tennis, sfidando i monsoni a 70 chilometri dalla città si può visitare il tratto della Muraglia chiamato Balading, oppure, se si predilige un’escursione meno turistica per ammirare la parte più autentica ed antica della fortificazione, è consigliabile raggiungere la zona del Simatai. La scarpinata vale una vista panoramica da mozzare il fiato.
Commenti